Still
C’è qualcosa di concluso nel volto umano.
C’è qualcosa di irrimediabilmente detto e, spesso, disatteso.
Come se non si fosse in grado di muovere altrove, non appena visto un volto esso è nostro: possiamo dapprima guardarlo, poi analizzarlo e valutarlo. C’è qualcosa di definitivo e determinato, ho pensato.
Con questo in mente lavoro da qualche tempo al progetto “Still”, tentativo di ricerca per una cancellazione dell’identità, un ponte ideale verso una curiosità che non stanchi.
Vedere le persone di spalle permette all’immaginazione di spaziare senza confini. “Still” - fermo, immobile, calmo, in pausa, a riposo, pronto.. – ruba l’istante della sospensione, il momento del distacco e del dubbio. Proprio il dubbio manca, ormai, a un volto umano ed è quanto le spalle raccontano se interpellate.